Salute, domani è la Giornata internazionale dell’aborto sicuro
Roma, 27 set. (askanews) – Partita lo scorso maggio, la campagna la campagna “Aborto senza ricovero” dell’Associazione Luca Coscioni arriva in 30 città con l’obiettivo di deospedalizzare l’aborto farmacologico, portandolo in consultorio o poliambulatorio, garantendo alle donne la possibilità di prendere il secondo farmaco, il misoprostolo, a casa. La deospedalizzazione garantisce il diritto di scelta delle donne e permette di limitare i costi, evitando lo spreco di risorse preziose.
“Sebbene in Italia sia possibile dal 2020, grazie all’aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali, questa possibilità è davvero garantita solo in due Regioni, il Lazio e l’Emilia-Romagna. L’ostilità verso l’aborto farmacologico e verso la sua deospedalizzazione, che semplifica la procedura e ne riduce i costi, è puramente ideologica e viola un principio fondamentale delle politiche di salute pubblica, quello dell’appropriatezza delle prestazioni: a parità di efficacia e sicurezza, se la persona assistita lo permette o lo richiede, deve essere ammesso e privilegiato il setting assistenziale meno costoso”.
L’aborto farmacologico è sicuro ed efficace. Il ricovero non ne aumenta la sicurezza, ma ne moltiplica i costi Se nel Lazio il rimborso della procedura ambulatoriale è di circa 75 euro, cioè il costo dei farmaci, il rimborso previsto dalla Regione Veneto per l’aborto farmacologico in ospedale è di 205 euro ad accesso, ossia da 410 a 6015 euro.
Alla campagna hanno aderito la Casa Internazionale delle Donne, Una Nessuna Centomila, Crisi Come Opportunità, Cgil Area stato sociale e diritti, Coordinamento Nazionale Pari Opportunità UIL, UAAR, AIED, Associazione italiana per l’educazione demografica, Medici nel Mondo e Medici senza Frontiere (l’elenco completo è qui).
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