Topolino parla patois: anche la Valle d’Aosta nel progetto dei dialetti
Topolino esce per la prima volta in patois. Il 14 gennaio 2026 il settimanale a fumetti più letto d’Italia sarà distribuito in Valle d’Aosta con una storia in versione dialettale
Anche il patois entra nel progetto dei dialetti di Topolino.
La Valle d’Aosta sarà coinvolta nelle prossime uscite regionali del settimanale a fumetti, che dal gennaio 2025 ha avviato una sperimentazione editoriale dedicata alle lingue locali, con storie interamente tradotte e distribuite su base territoriale.
Il progetto dei dialetti di Topolino
L’iniziativa nasce in occasione della Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali e si sviluppa attraverso una serie di numeri regionali.
In ciascuna area interessata, Topolino viene distribuito esclusivamente nella versione in dialetto, mentre l’edizione in italiano resta disponibile nel resto d’Italia. Il dialetto diventa così la lingua principale del fumetto per i lettori locali.
Le prime uscite gennaio e aprile 2025
La prima tornata di edizioni dialettali risale al gennaio 2025, con quattro versioni speciali pubblicate in altrettante regioni.
I dialetti utilizzati sono stati napoletano, fiorentino, catanese e milanese, scelti come varietà rappresentative dei territori coinvolti.
La storia di apertura è stata tradotta integralmente, segnando un cambio di passo rispetto al passato, quando il dialetto compariva solo in forma episodica o caricaturale.
Una seconda ondata di pubblicazioni è arrivata nell’aprile 2025, ampliando ulteriormente la mappa linguistica del progetto.
In questa fase Topolino ha parlato torinese, romanesco, veneziano e barese, confermando la volontà della redazione di coprire progressivamente diverse aree dialettali italiane, dal Nord al Sud.
Il lavoro scientifico dietro le traduzioni
Le traduzioni sono state realizzate con il supporto di linguisti e docenti universitari, sotto il coordinamento di Riccardo Regis, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Torino.
Le scelte hanno tenuto conto sia della fruibilità per un pubblico giovane, sia del rispetto delle tradizioni linguistiche locali, adottando grafie leggibili ma coerenti con le varietà dialettali di riferimento.
Il patois e la sua complessità
L’inclusione del patois nelle prossime uscite porta con sé una complessità ulteriore, legata alla forte frammentazione territoriale della lingua. A sottolinearlo è Mattia Surroz, fumettista, illustratore e autore valdostano, originario di Brusson, che collabora con Topolino.
Mattia Surroz
«Non ho disegnato io la storia in patois., purtroppo. Per un evento promozionale però la redazione ha chiamato autori di diverse regioni a leggere una pagina nel loro dialetto e, quando mi hanno chiesto di leggere il patois, ho spiegato che cambia tantissimo a seconda di dove lo vai a parlare. Era scritto in un patois completamente diverso da quello che conosco io, tanto che praticamente non riuscivo quasi a leggerlo».
Da qui la nascita di una gag video: «Sono l’unico valdostano che lavora per Topolino e prova a leggere il patois, ma fondamentalmente non ci riesco!».
La Pimpa e Projè Popón, i precedenti in Valle d’Aosta
In Valle d’Aosta l’uso del patois nei fumetti ha già conosciuto altre esperienze.
Nel 2010 l’amministrazione regionale aveva promosso la traduzione della Pimpa di Francesco Tullio Altan in francoprovenzale, seguita nel 2011 dal Projè Popón e da ulteriori pubblicazioni per l’infanzia.
L’arrivo di Topolino in patois si inserisce in questo percorso, estendendolo a una testata di diffusione nazionale.
(erika david)

