Coronavirus: la Valle d’Aosta è di nuovo in lockdown
Da venerdì 6 novembre, la nostra regione è zona rossa; è attesa per la tarda mattinata di venerdì 6 novembre, un'ordinanza del presidente della Regione Erik Lavevaz che dovrebbe adeguare alcuni aspetti del Dpcm alla nostra realtà
Coronavirus: la Valle d’Aosta è in lockdown.
Da venerdì 6 novembre e fino a giovedì 3 dicembre la nostra regione è zona rossa.
Sulla decisione assunta ieri dal CTS pesano anche due primati poco invidiabili: il numero dei contagi e il numero dei ricoverati.
Non ne hanno fatto mistero oggi, durante la riunione del Consiglio, il presidente della Regione Erik Lavevaz e l’assessore alla Sanità Roberto Barmasse, riconoscendo che in ogni caso, non sono stati soltanto i dati parziali e in ritardo, ad aver determinato la classificazione che da venerdì 6 obbliga la Valle al confinamento.
Nel pomeriggio, durante la conferenza stampa sull’analisi di monitoraggio dei dati regionali della cabina di regia, la Valle d’Aosta è stata portata a esempio (negativo) dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro che ha parlato «di grande difficoltà a raccogliere i dati della piccola regione, dovuta al numero di casi significativi che si sono verificati in queste settimane».
Fattore questo che avrebbe condizionato l’algoritmo che ha classificato come alto il rischio nella nostra regione, insieme a Piemonte, Calabria e Lombardia.
I divieti da venerdì 6 novembre
Nelle zone rosse è vietato ogni spostamento in entrata, in uscita e all’interno del territorio, salvo che per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, per motivi di salute o per accompagnare i figli a scuola.
Insomma, bisogna restare nelle proprie abitazioni.
Stop quindi anche agli spostamenti tra comuni.
Stop all’attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie. Resta consentita la sola ristorazione con in servizio di asporto (ma non consumo in loco o anche fuori del locale) consegna a domicilio.
Sospese le attività sportive anche svolte nei centri sportivi all’aperto.
Il Dpcm però consente lo svolgimento (individualmente) dell’attività motoria in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina.
E’ consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale.
Attività scolastica in presenza solamente per scuola dell’infanzia, elementare e prima media.
Per giustificare gli spostamenti, è necessaria un’autodichiarazione che dovrà essere esibita in caso di controlli di polizia.
L’autodichiarazione è anche in possesso degli operatori di polizia e potrà essere compilata al momento del controllo.
Può essere scaricata qui.
Tante attività commerciali saranno costrette a fermarsi, con le associazioni di categorie sul piede di guerra per alcune esclusioni che appaiono incomprensibili, ad esempio lo stop agli estetisti e tatuatori (apertura ammessa per i parrucchieri) ma anche i negozi di abbigliamento (esclusi quelli per bambini, ammesse ad esempio calzature e abbigliamento sportivo).
Chi può restare aperto
Come già avvenuto la scorsa primavera, rimangono aperti supermercati, alimentari, farmacie, parafarmacie, distributori di benzina, edicole, tabacchi, inclusa la vendita di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione.
Aperte anche ferramenta ed esercizi specializzati di materiali da costruzione, vernici e vetro.
È consentito il commercio al dettaglio di prodotti surgelati, di prodotti di elettronica, computer, elettrodomestici, elettronica di consumo audio e video.
Possono andare avanti anche librerie e cartolerie.
Viene consentita la vendita di articoli igienico-sanitari, macchinari e prodotti per agricoltura e giardinaggio, illuminazione e sistemi di sicurezza.
Allo stesso modo, resta permesso il commercio di auto, moto e relativi ricambi e accessori.
Tra le attività che potranno tenere alzata la saracinesca, anche negozi di articoli sportivi, articoli per il tempo libero, biancheria personale, confezioni e calzature per bambini.
Il DPCM, inoltre, consente il commercio di articoli funerari e cimiteriali, fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; così come il commercio di animali domestici e relativi alimenti.
Aperti anche i negozi di giochi e giocattoli, cosmetici, profumeria ed erboristeria.
Tra le altre attività consentite, anche il commercio di materiale per ottica e fotografia.
Commercio ambulante
Il commercio ambulante o per mezzo di distributori automatici è permesso per quanto riguarda alimenti, bevande, piante, bulbi, semi; profumi e cosmetici; detersivi, biancheria, prodotti per bambini.
Il commercio effettuato via internet, per corrispondenza o per radio, telefono e televisione è consentito per qualunque prodotto.
Servizi alla persona
Tra i servizi alla persona, possono andare avanti barbieri, parrucchieri, lavanderie, tintorie, pompe funebri e attività connesse.
Nella foto in alto, via Aubert alle 21.10 di giovedì 5 novembre.
(c.t.)