Contratto grande distribuzione, proclamate altre otto ore di sciopero
Dopo la mobilitazione di sabato 30 marzo, che ha portato Lidl a mollare Federdistribuzione a favore di Confcommercio, continua la protesta dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Savt Commercio
Dopo i grandi risultati della mobilitazione del 30 marzo, che in Valle ha portato anche alla chiusura della Lidl di Saint-Christophe, mentre a livello nazionale ha visto la stessa catena mollare Federdistribuzione, le sigle sindacali della grande distribuzione annunciano il prosieguo delle proteste, annunciando altre otto ore di sciopero.
Grande distribuzione, la mobilitazione continua
Insomma, non mollano la presa Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Savt Commercio, che continuano a combattere per ottenere la firma di tutte le associazioni datoriali sul nuovo contratto nazionale.
Il primo risultato, come detto, è stata la mossa di Lidl, che dopo soli tre anni ha mollato Federdistribuzione per approdare in Confcommercio, associazione che ha già siglato l’accordo.
«Lo sciopero, che ha avuto un’adesione molto alta, è nato proprio da questo continuo lassismo da parte di Federdistribuzione e noi continueremo a mobilitarci» esclamano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Savt Commercio.
Lidl lascia Federdistribuzione
I sindacati spiegano la scelta di Lidl.
«È avvenuta a causa dello stand by nelle trattative per il rinnovo – spiegano ancora Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Savt Commercio -. È una situazione inaccettabile; le mobilitazioni continueranno proprio per le aziende ancora aderenti a Federdistribuzione».
Altre otto ore di sciopero
Parlando di una situazione «sfiancante», le organizzazioni sindacali rilanciano l’azione.
«Proclamiamo altre 8 ore di sciopero (la data è ancora da definire ndr.) – confermano i sindacati -. È da anni che ripetiamo come sia necessario rinnovare il contratto subito, ed è per questo che porteremo avanti i presidi su tutto il territorio nazionale. Federdistribuzione fa orecchie da mercante e glissa pesantemente, con un atteggiamento che va a discapito dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».
(al.bi.)