Referendum costituzionale: Union valdôtaine vota SI
Il Conseil fédéral, il parlamentino dell’Union valdôtaine, ha tirato le somme sulla riforma costituzionale e ha deciso per il sì al referendum del 4 dicembre, votando a maggioranza l’ordine del giorno presentato dal presidente del Mouvement Ennio Pastoret all’assemblea riunita in serata all’auditorium del Villair di Quart. «E’ il frutto di un’analisi approfondita» ha detto Pastoret. Ha spiegato il senatore Albert Lanièce: «le Speciali hanno ottenuto la clausola di salvaguardia dell’intesa: è un punto fermo. Se vincerà il no di riforme costituzionali ne riparleremo fra cinque anni senza la garanzia che esisteranno ancora le regioni, nel futuro delle speciali ci sarebbe un punto interrogativo». Il presidente Pastoret ha aggiunto: «non è certo una riforma federalista ma nell’insieme dà alle regioni a Statuto speciale la possibilità di rivedere i propri statuti, adeguandoli alle esigenze della comunità in senso più moderno, la riforma mantiene le loro competenze e le estende».
La questione politica
«Ci aspettano il referendum, le elezioni politiche e regionali e ci avviciniamo a questi appuntamenti in un clima incerto e conflittuale invece dovremo avere un approccio concorde e unitario per dare risposte concrete alla comunità valdostana». Con toni pacati il presidente unionista Ennio Pastoret è tornato sulla fuoriuscita dal Movimento dell’ex assessore Antonio Fosson e del consigliere Claudio Restano. Dice: «il Comité li ha incontrati, hanno parlato di senso di scollamento e di non appartenenza all’Union ma non hanno mai partecipato alle riunioni del Comité e poco a quelle del Conseil. Hanno ribadito il sostegno alla maggioranza: staremo a vedere». Cita Pastoret atteggiamenti ondivaghi, personalizzazioni della politica, ricerca di nuovi posizionamenti che «rendono difficili la governabilità». Parla del bilancio di previsione come «appuntamento cruciale». Lancia un monito agli alleti e mette avanti le mani a fenare gli appettiti: «Abbiamo fatto passi avanti, vedremo se lo riconosceranno o rivendicheranno piccoli premi da presentare in campagna elettorale». Il capo dell’esecutivo Augusto Rollandin cita i mal di pancia e il ritorno dei franchi tiratori in Consiglio Valle (sulla richiesta di dimissione dell’assessore Ego Perron ben otto) e sentenzia: «non sono il nuovo che avanza, noi cercheremo di mantenere la barra dritta». Concluse Rollandin: «il tempo sarà galantuomo».
Voci fuori dal coro
A Franco Montrosset della sezione di Jovençan l’accordo con l’Uvp continua ad andare stretto (gli fa eco Ugo Voyat: «se non l’avessimo fatto a quest’ora saremo in minoranza») e invita a «fare un passo indietro». Dice: «abbiamo tanti giovani d’oro, a cui non piacciono i papocchi, che stiamo perdendo». Non piace all’ex consigliere regionale Aldo Cottino la linea morbida con i fuoriusciti Fosson e Restano. Sentenzia: «diventano leoni solo quando viene tolto loro qualcosa (leggi poltrone, quelle da assessore e da presidente di Commissione consiliare) e altri sono pronti al salto della quaglia, che sappiano che l’Uv non sarà clemente, pronta a riaccoglierli».
(danila chenal)