Richiesta Gran Giurì, M5S: «Grave atto di bullismo»
La condanna del M5S e lo sconcerto di Progetto civico progressista per la richiesta del capogruppo dell’Uv Aurelio Marguerettaz e del presidente della IV Commissione Giulio Grosjacques di istituire una commissione consiliare
Richiesta Gran Giurì, M5S: «Grave atto di bullismo». La condanna del M5S e lo sconcerto di Progetto civico progressista. Le reazioni giungono all’indomani della richiesta del capogruppo dell’Uv Aurelio Marguerettaz e del presidente della IV Commissione Giulio Grosjacques di istituire una commissione consiliare.
I due hanno ritenuto alcune dichiarazioni in aula di Chiara Minelli «lesive dell’onorabilità dei consiglieri» e si sono appellati all’articolo 58 del Regolamento del Consiglio al fine di «valutare la veridicità delle affermazioni della consigliera». Minelli, secondo i richiedenti, è rea di avere adombrato da parte dei due consiglieri unionisti «un atteggiamento ostruzionista nei confronti del suo Piano regionale dei Trasporti».
M5S, inaccetabile
Scrive in un comunicato il Movimento 5 Stelle: «Come Movimento intendiamo condannare questo atteggiamento, dando pieno sostegno alla consigliera di Pcp Chiara Minelli, e ci aspettiamo che anche il resto della politica valdostana faccia lo stesso. L’intimidazione e la negazione del confronto politico con l’opposizione è un atteggiamento che non si può accettare in un’aula democratica come quella di un Consiglio Regionale».
Rincara la dose il M5S e affonda: «Questo atteggiamento non solo per noi del Movimento 5 Stelle lede alla politica in generale, ma è sintomo di un nervosismo che esprime la debolezza di questo Governo Regionale, che non è capace di reggere alcun tipo di confronto, e cerca di risolvere le sue debolezze con l’intimidazione».
Il Giurì del disonore
Reagisce così Progetto civico progressista: «La richiesta dei Consiglieri Marguerettaz e Grosjacques di istituire un Giurì del Consiglio regionale, in reazione ad una legittima interrogazione della nostra Consigliera Minelli, lascia sconcertati».
I fatti
Ripercorre le tappe del contendere Pcp: «Fra il febbraio ed il marzo 2021 l’Assessora regionale ai trasporti ha portato più volte all’esame della Giunta una deliberazione per avviare la procedura di VAS sul Piano Regionale dei Trasporti, pronto da tempo. Ma il provvedimento è sempre stato bloccato affermando che non c’era condivisione del Piano da parte della maggioranza e che il documento necessitava di approfondimenti nella competente commissione. Nonostante i successivi passaggi, tanto in maggioranza quanto in commissione, il blocco del documento è continuato, ed ha rappresentato una delle cause che hanno indotto l’assessora Minelli a rassegnare le dimissioni».
Tira le somme Pcp: «Le domande contenute nell’interrogazione che ha fatto infuriare i due esponenti unionisti sono più che legittime».
L’affondo
«Saremmo al ridicolo e al clamoroso autogol, se non fosse che si strumentalizzano le istituzioni invocando un Giurì, tirando in ballo il ruolo del Presidente del Consiglio regionale e spostando l’attenzione dal merito delle vicende agli attacchi personali. Si tratta di un livello di degenerazione del dibattito politico mai raggiunto prima. Un fatto grave il cui intento, chiaramente intimidatorio, sarà respinto non solo da Pcp, ma dai cittadini e dalle cittadine che non tollerano l’idea che nella “casa comune della democrazia” ci siano domande che si possono fare e domande che non si possono fare per non disturbare il manovratore, o meglio il “frenatore” di turno».
(re.aostanews.it)