Legge anti-DPCM: dal Governo bordate contro la Valle d’Aosta
Il ministro Bonafede chiederà di impugnare la Legge Grosjacques-Manfrin; il responsabile degli affari regionali Boccia attacca duramente Lavevaz
Si inasprisce lo scontro tra Regione Valle d’Aosta e Governo. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S) chiederà al consiglio dei ministri di impugnare la legge Grosjacques-Manfrin anti-DPCM. È quanto appreso dal Tg La7 di Enrico Mentana. In una nota, invece, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia (PD) ha duramente criticato le ultime uscite del presidente Lavevaz.
La legge Grosjacques-Manfrin
Il Consiglio regionale ha approvato nel pomeriggio una proposta di legge per poter disporre di maggiore autonomia nella gestione dell’emergenza. La norma è stata votata a favore da tutti i gruppi consiliari, fatta eccezione per Progetto Civico Progressista, che si è astenuto con i suoi 7 consiglieri.
In base al testo approvato, sul territorio valdostano potranno riaprire le attività commerciali chiuse per effetto dei DPCM del premier Conte. Potranno aprire anche gli impianti di risalita. Resterebbero chiuse le scuole.
Boccia: «Le affermazioni di Lavevaz minano la leale collaborazione»
Dura presa di posizione del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. «Le affermazioni del presidente Lavevaz della Regione Valle D’Aosta minano la leale collaborazione che ha caratterizzato in questi mesi il duro e faticoso lavoro e anche la sicurezza sanitaria».
Poi prosegue. «Nei mesi scorsi sono arrivati ad Aosta oltre 80 operatori sanitari. In queste settimane abbiamo stabilito di mettere nella disponibilità delle Regioni risorse aggiuntive per ristori alle attività penalizzate, con un fondo che probabilmente il Presidente della VDA non conosce perché non ci risultano suoi interventi pubblici in sede istituzionale».
Il ministro, quindi, rincara ancora la dose. «Il Governo è dal primo giorno accanto all’intera comunità della Valle D’Aosta. Dall’inizio della pandemia sono state sempre garantite alla VDA risorse finanziarie aggiuntive, come si evince dalle numerose intese approvate all’unanimità in Conferenza Stato-Regioni, oltre 16 milioni di materiali consumabili e oltre 7 mila materiali non consumabili, di cui 15 ventilatori polmonari serviti per potenziare, fino a più che raddoppiare, le terapie intensive».
«Le decisioni di Lavevaz potrebbero provocare danni sanitari ed economici al territorio»
Boccia calca la mano anche sul modello di monitoraggio, criticato da Lavevaz.
«Il Presidente dovrebbe sapere che è rigorosamente scientifico, accettato dalla Conferenza (e quindi anche dalla VDA) esiste dal 30 aprile e ogni presidente da 7 mesi ha sulla propria scrivania ogni settimana il rapporto sulla condizione epidemiologica del proprio territorio. Quel rapporto è redatto anche con il contribuito dei tre tecnici indicati dalla Conferenza delle Regioni.
La Valle d’Aosta ha perso 322 concittadini dall’inizio della pandemia; 5 nella sola giornata di ieri.
Il presidente Lavevaz farebbe bene ad approfondire tutti questi aspetti prima di assumere decisioni che potrebbero provocare danni non solo sanitari, ma anche economici a un territorio che ha molto bisogno del sostegno dello Stato.
Sostegno totale che confermo, ribadisco e assicuro ancora a nome del governo. Ma sempre nel rispetto assoluto delle regole e della sicurezza sanitaria».
Lo scontro continua
Il braccio di ferro è iniziato dopo che venerdì scorso la Valle d’Aosta è stata confermata zona rossa.
Lunedì 30 novembre il presidente della Giunta aveva firmato un’ordinanza con la quale si applicavano sul territorio regionale le disposizioni per le zone arancioni (servizi alla persona esclusi, per i quali ancora oggi non è stato emanato alcun provvedimento).
Proprio nella giornata di oggi il ministro aveva scritto a Lavevaz, invitandolo a revocare l’ordinanza firmata lunedì.
(t.p.)