La Regione batte Trenitalia in Tribunale: non deve pagare 40 milioni
Accolta in primo grado l'opposizione al decreto ingiuntivo promosso dalla società del gruppo Ferrovie dello Stato, condannata a pagare le spese legali
La Regione batte Trenitalia in Tribunale: non deve pagare 40 milioni. Lo riporta oggi, 14 novembre, il nostro settimanale Gazzetta Matin.
«L’opposizione» al decreto ingiuntivo con cui Trenitalia chiedeva alla Regione autonoma Valle d’Aosta circa 40 milioni di euro «è fondata e va accolta». E’ quanto si legge nella sentenza con cui il Tribunale di Roma (16ª sezione civile specializzata in materia di impresa) ha accolto l’opposizione presentata dall’Avvocatura regionale, condannando Trenitalia alla refusione, a favore della Regione, delle spese di lite.
Il verdetto, redatto dal giudice Paolo Goggi, è stato depositato l’8 novembre.
Il decreto ingiuntivo
La società del Gruppo ferrovie dello Stato aveva promosso un ricorso per decreto ingiuntivo a fronte di una serie di fatture relative al servizio di trasporto pubblico su rotaia. Trenitalia, in particolare, sosteneva di aver erogato, in favore della Regione, tutti i servizi previsti dal “Contratto di servizio pubblico 2004-2005 tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la società Trenitalia”, emettendo una serie di fatture relative alle compensazioni “contrattualmente dovute dalla Regione” dal momento del subentro di quest’ultima al Ministero nei rapporti con la società; la prima fattura è datata 30 aprile 2016, l’ultima 6 maggio 2016.
L’opposizione
L’allora assessore Aurelio Marguerettaz, però, era convinto che tali importi non fossero dovuti, così la Regione non ha pagato le fatture emesse “a saldo”, sostenendo che in ballo c’era una complessa questione legata alla determinazione delle compensazioni dovute. In pratica, applicando un determinato valore di euro/chilometro, Trenitalia riteneva di dover incassare di più rispetto a quanto la Regione ha effettivamente pagato (per il periodo 2011-2015) applicando «le previsioni contrattuali relative alla determinazione del compenso», cioè quelle che venivano applicate all’epoca dell’accordo tra Trenitalia e Ministero delle Infrastrutture (a cui è poi subentrata la Regione).
Ritenendo di vantare un credito nei confronti dell’ente pubblico, la società aveva chiesto al Tribunale di Roma di condannare la Regione a pagare 40 milioni 127 mila 400 euro. I giudici romani hanno però dato ragione alla Regione, in quanto le fatture al centro della vicenda «si basano su un valore di euro/chilometro difforme a quello previsto contrattualmente». Inoltre, «la Regione ha provveduto al pagamento del corrispettivo dovuto all’appaltatrice secondo le previsioni contrattuali relative alla determinazione del compenso».
Per questo motivo, ritiene il Collegio presieduto da Giuseppe Di Salvo, «deve necessariamente concludersi che gli importi richiesti» da Trenitalia «non sono dovuti».
La revoca
Esito: il Tribunale di Roma ha revocato il decreto ingiuntivo (del 14 ottobre 2016) con cui la società chiedeva alla Valle d’Aosta circa 40 milioni di euro.
Chiusa la vicenda (almeno in primo grado), resta ancora pendente un’altra questione tra la Regione e Trenitalia. Con un altro decreto ingiuntivo, infatti, la società del Gruppo ferrovie dello Stato ha chiesto alla Regione circa 35 milioni di euro per il periodo 2015-2019. Anche in questo caso, però, l’ultima parola spetterà al Tribunale di Roma in quanto la Regione ha presentato opposizione.
(Federico Donato)